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Acquisti alimentari domestici ancora sopra i livelli pre-pandemia nel I semestre 2021

Nel primo semestre del 2021, gli acquisti domestici di prodotti alimentari e bevande continuano a mantenersi sugli stessi livelli del 2020, quando l’Italia era in piena emergenza pandemica.

Le elaborazioni Ismea sui dati Nielsen indicano infatti un valore della spesa superiore di quasi il 10% rispetto al periodo pre-pandemico (primo semestre del 2019).Nonostante la ripresa graduale della socialità e la maggiore libertà degli spostamenti, parte dei consumi alimentari appaiono stabilmente migrati tra le mura di casa, anche per effetto dello smart working che da misura emergenziale sta diventando a tutti gli effetti un fenomeno strutturale.

Rispetto al periodo di lockdown vero e proprio è cambiato però il vissuto del consumatore e il suo rapporto con il cibo. Nel primo semestre di quest’anno sono schizzati in alto gli acquisti di prodotti ittici, e di alcolici (aperitivi, di vini e birra) mentre emerge un ridimensionamento dei prodotti conservabili (surgelati e scatolame) e degli ingredienti base utilizzati per le preparazioni in casa, che avevano avuto un exploit durante le prime fasi dell’emergenza pandemica.

Relativamente ai canali di vendita, i supermercati si confermano la principale fonte di approvvigionamento delle famiglie (vi è transitato il 40% dei volumi totali) con una stabilità delle vendite rispetto al primo semestre 2020, ma con fatturati che sono aumentati del 12% rispetto allo stesso periodo del 2019, cioè alla situazione pre-pandemia.
I discount, con una quota del 14%, continuano a rappresentare la categoria in maggiore evoluzione: l’ampliamento continuo della rete e l’esigenza di risparmio sempre più diffusa hanno spinto l’incremento delle vendite anche nel primo semestre al +3%; questo è l’unico canale fisico a crescere rispetto al primo semestre 2020.
Registra invece una battuta di arresto la crescita delle vendite nei negozi tradizionali, che segnano un -3% nel primo semestre mantenendo comunque il vantaggio sulla situazione del 2019 del 16%.

I liberi servizi sono l’unico canale a segnare un sostenuto decremento delle vendite (-9%), scendendo con i fatturati a livelli inferiori a quelli del 2019 (-1%).
In lieve aumento anche  le vendite degli ipermercati, che chiudono il primo semestre con un riallineamento ai fatturati del 2019, mantenendo lo share del 24% tra i canali distributivi.
Continuano a crescere leggermente le vendite “on line”: +2% rispetto al primo semestre 2020; più che raddoppiate dall’inizio della pandemia, arrivano a pesare ora il 4% sulle vendite alimentari retail totali.

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