Agrumi contaminati, il 61% arriva dal Mercosur

L’Unió de Llauradors denuncia che fino al mese di maggio i Paesi del Mercosur rappresentavano alla frontiera europea il 61% delle intercettazioni di agrumi contaminati provenienti da Paesi terzi, di cui il Brasile ne deteneva oltre il 53%.
 
Nei primi cinque mesi dell’anno, il Brasile ha già avuto 30 intercettazioni su un totale di 57 e l’Argentina ne ha avuti due. Un altro stato associato al Mercosur, la Colombia, ha registrato finora 3 intercettazioni.
 
La Unió ritiene che la ratifica dell’accordo tra l’Unione Europea e il Mercosur sia un grave errore, poiché non esistono studi di impatto approfonditi o rigorosi sugli effetti nel nostro settore agricolo. Gli studi generali fino ad oggi effettuati sulle conseguenze dell’accordo con il Mercosur non sono molto specifici e non analizzano, ad esempio, la coltivazione degli agrumi, né tengono conto dell’incidenza dei Paesi comunitari.
 
Negli ultimi anni c’è stata anche una crescita delle importazioni da Paesi terzi dell’emisfero sud verso l’Unione Europea nonostante non ci siano ancora protocolli sicuri, quindi secondo l’organizzazione agraria La Uniò sarebbe necessario aumentare il controllo sull’ ingresso di merci che possono contenere parassiti, come nel caso della macchia nera degli agrumi provenienti da questi Paesi.
Da notare inoltre che i paesi del Mercosur non utilizzano gli stessi standard di produzione, come denuncia e sostiene da tempo La Uniò. Il Mercosur è al di sopra della media europea per quantità e numero di sostanze attive utilizzate. Pertanto, su un totale di 508 sostanze analizzate in uno studio pubblicato da Environmental Health nel 2019, il 44% di esse è stato vietato o sta per essere bandito nell’UE.
 
Fonte: Valenciafruit.com

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