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Il futuro dell’agroalimentare è degli imprenditori

“Il futuro dell’agroalimentare è degli imprenditori, i fondi di investimento possono essere un ottimo strumento per portare liquidità e competenze finanziarie nel settore agroalimentare, aiutando le aziende a crescere. Gli interessi dei fondi infatti non collimano con quelli degli imprenditori agricoli, si possono però intrecciare lungo un percorso condiviso per un certo periodo”. Così Michele Falzetta, direttore generale di Latteria Soresina, è intervenuto alla seconda giornata del Forum di Impresa Persona Agroalimentare a Milano Marittima che ha messo al centro del dibattito il futuro del settore agroalimentare.
“L’interesse dei fondi di investimento per l’agroalimentare è cresciuto in particolare dopo la pandemia, quando si è resa ancora più evidente la resilienza del settore e la sua tenuta.

La stessa crescita dell’agroalimentare italiano, con l’export arrivato a 60 miliardi e la previsione di una transizione ecologica che richiederà importanti risorse, hanno accresciuto questa appetibilità. Questo settore – ha aggiunto Falzetta – può consentire ai fondi di bilanciare le proprie attività con investimenti meno rischiosi”. Il dg di Latteria Soresina ha poi messo in evidenza tre aspetti che gli imprenditori agricoli devono considerare nella relazione con i fondi, i quali “solitamente non hanno una visione a lungo termine e prevedono una exit strategy in 5-7 anni, potrebbero prendere la maggioranza in caso di necessità di ricapitalizzazione, sono comunque a scadenza mentre l’imprenditore agricolo anche riunito in cooperativa, come nel nostro caso, ragiona guardando al futuro come se la sua azienda non dovesse finire mai”.

A raccontare un esempio piuttosto inedito di collaborazione virtuosa tra produzione agricola e fondi di investimento è stato poi Cristian Moretti, direttore generale di Agrintesa, cooperativa ortofrutticola romagnola che nel 2020 ha costituito la società AgroGold insieme a IDeA Agro (fondo italiano riservato a investimenti in aziende della filiera agricola che fa parte di DeA Capital Alternative Funds) per la produzione di kiwi giallo (varietà G3, marchio commerciale SunGold-Zespri) in un areale di 110 ettari in provincia di Latina. “Per la nostra cooperativa si è trattato di un’esperienza del tutto nuova, che inizialmente un po’ spaventava la base sociale, motivo per cui abbiamo costituito un veicolo ad hoc, una società agricola insieme al fondo nella quale siamo presenti al 10% – ha raccontato Moretti – Parliamo di un frutteto altamente specializzato con un prodotto a forte valore aggiunto e una coltivazione imperniata sulle tecniche di agricoltura digitalizzata e di precisione; la direzione tecnica e operativa è in mano ad Agrintesa e puntiamo ad arrivare dal 2025 ad una produzione a regime di 3500 tonnellate. Questa operazione è stata fatta non con un fondo qualunque, ma con un fondo specializzato nel settore agroalimentare, che sta investendo in alcuni progetti su produzioni di eccellenza e di nicchia in Italia, un fondo che conosce il settore e interviene con tempi più lunghi del solito, in quanto parlando di un frutteto ci aspettiamo una importante remunerazione ma con tempi a medio termine. È un progetto sartoriale e win-win, senza garanzia di ritorno sul capitale e dove i due partner rischiano ognuno per quanto gli compete, quindi noi al 10 e il fondo al 90%. In un arco temporale medio siamo convinti che questo progetto generi importanti benefici in termini di remunerazione anche per la nostra cooperativa, che avrà così l’opportunità di creare maggiore valore da redistribuire e investire in innovazione”.

 

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