“In occasione della Giornata Mondiale del Veganesimo, che si celebra ogni 1 novembre, vogliamo ribadire la necessità di un aumento del consumo di ortofrutta in ogni tipo di dieta. In particolare, scegliere ortofrutta bio significa scegliere prodotti di qualità, senza residui e che rispettano l’ambiente”.
È quanto dichiara Giuseppe Romano, presidente di AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica).
“Per quanto riguarda la dieta vegana – aggiunge Romano – riteniamo che sarebbe quanto mai opportuno continuare a investire e sperimentare sulla coltivazione di varietà del passato, così da riscoprire vecchi sapori e riportare in auge qualità e potenzialità nutritive di varietà che sono state in qualche modo dimenticate. Un esempio su tutti sono i grani: sappiamo infatti che quelli antichi generano molte meno intolleranze alimentari al glutine rispetto ai grani moderni, cosa che vale anche per legumi e altre colture. Hanno inoltre un maggiore contenuto proteico, un indice glicemico inferiore, un maggior numero di micronutrienti e di antiossidanti e, in generale, possono vantare una maggiore digeribilità. Potenziare un’attività di ricerca e coltivazione di varietà del passato sicuramente può contribuire a fornire a riscoprire antichi sapori, incrementare la biodiversità agraria oltre a fornire ulteriori alimenti gustosi anche per le diete vegetariane e vegane”.
“Per quanto riguarda la dieta vegana – aggiunge Romano – riteniamo che sarebbe quanto mai opportuno continuare a investire e sperimentare sulla coltivazione di varietà del passato, così da riscoprire vecchi sapori e riportare in auge qualità e potenzialità nutritive di varietà che sono state in qualche modo dimenticate. Un esempio su tutti sono i grani: sappiamo infatti che quelli antichi generano molte meno intolleranze alimentari al glutine rispetto ai grani moderni, cosa che vale anche per legumi e altre colture. Hanno inoltre un maggiore contenuto proteico, un indice glicemico inferiore, un maggior numero di micronutrienti e di antiossidanti e, in generale, possono vantare una maggiore digeribilità. Potenziare un’attività di ricerca e coltivazione di varietà del passato sicuramente può contribuire a fornire a riscoprire antichi sapori, incrementare la biodiversità agraria oltre a fornire ulteriori alimenti gustosi anche per le diete vegetariane e vegane”.