Il trimestre anti-inflazione non sarà rinnovato. “L’obiettivo è stato raggiunto”, queste le parole del ministro Adolfo Urso, che al Mimit ha riunito, con il collega dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, le 36 associazioni che hanno aderito all’iniziativa.
Il carrello tricolore, previsto dall’1 ottobre al 31 dicembre, come riporta Gea Agency, è un protocollo d’intesa tra governo, produttori e distributori per offrire agli italiani generi di largo consumo a prezzi bloccati o scontati in un’ottica di rilancio dei consumi. Pasta, carne, zucchero, latte, uova, passata di pomodoro, detergenti, saponi, tutti i prodotti per l’infanzia e alcuni farmaci sono solo alcuni prodotti contrassegnai dal ‘bollino tricolore’ sugli scaffali dei supermercati. Esclusi dal patto frutta e verdura, per via della recente crisi del settore agricolo, provocata soprattutto dalla crisi climatica.
“Era una misura straordinaria che ha permesso di contenere l’aumento dei prezzi e così è stato: siamo per la prima volta sotto la media dell’inflazione dell’Unione Europea e sotto il tasso di Germania, Francia e Spagna” dichiara Urso.
I dati forniti dal Mimit evidenziano a ottobre una crescita delle vendite e un contenimento dei prezzi per i beni di prima necessità, alimentari e non alimentari di largo consumo. Il volume delle vendite di beni di largo consumo nei supermercati è cresciuto dell’1,7% a ottobre 2023, invertendo la tendenza negativa dei mesi precedenti.
Gli effetti del patto anti-inflazione sono stati “estremamente positivi” anche per Lollobrigida, che ha commentato: “L’iniziativa ha visto al lavoro un governo attento alle problematiche e alle crisi e in grado di lavorare insieme, coinvolgendo il mondo produttivo italiano”.
Bene l’azione del governo per Confagricoltura, ma il vicepresidente Sandro Gambuzza chiede più sostegno alle imprese agricole, con attenzione particolare al comparto del latte e dei cereali. “Applaudiamo ai risultati positivi ottenuti da un grande lavoro sinergico, di sistema, e auspichiamo che tale esperimento funga da apripista verso un meccanismo strutturato per la formazione dei prezzi nella filiera che oggi ancora manca“ scandisce Gambuzza. Obiettivo raggiungibile, suggerisce, anche grazie alla “definizione di una filiera integrata e tracciabile nell’ambito del Made in Italy”.